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Il fascino sottile della balaustra
Ruoli e responsabilità dei laici nella liturgia
«Ne consegue che la Chiesa è essenzialmente una società ineguale, cioè, una società che comprende due tipi di persone, i pastori e il gregge» così scrive s. Pio X nell’enciclica Vehementer nos (1906), periodo in cui la divisione tra presbiterio e navate è delineata dalla balaustra. Dopo il Concilio Vaticano II, la distinzione è data da gradini che innalzano l’altare, l’ambone e la sede. A partire da questi elementi architettonici, e seguendo un percorso storico, si cercherà di affrontare il senso di questa differenziazione, tenendo presente quanto scrive Tommaso di Kempen: «Altra tentazione è quando il laico vuole essere chierico».
In che senso si può parlare allora di ministeri laicali in presbiterio e all’altare? Il laico dovrebbe assistere ad azioni prettamente clericali durante una celebrazione? In un clima di dialogo aperto si porranno sul tappeto le varie soluzioni in discussione, a causa della cosiddetta carenza di vocazioni sacerdotali.
Relatore: Alessandro Toniolo, liturgista.
Date degli incontri: Lunedì 5, 12 e 19 marzo 2018, dalle ore 20.30 alle ore 22.00
Quota di partecipazione: intero percorso € 15, singolo incontro € 5
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